Quella di legno non è l’unica porta della facciata della chiesa di San Camillo, accanto c’è una piccola porta, e dietro quella porta, la sera prima del funerale di Lavinia, c’era il suo corpo, la sua bara e alcune persone. Chi era li ricorda che la piccola porta di ferro ad un certo punto venne chiusa, separando chi era nel cortile antistante da quei pochi all’interno. In un angolo della stanza, immobile come la stanza stessa c’era Giacomo Marano, il padre di Lavinia. Dentro di lui un abisso inconcepibile, nulla emergeva dal suo volto, poi tutto cambiò, quando la bara fu aperta per un’ultima volta…
Ascoltate le porte di LAVI, aprite la porta di Ferro: